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Strategie per Far Addormentare il Tuo  Neonato: Una Guida Completa 

Aggiornamento: 6 giorni fa


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Quando la notte sembra non arrivare mai 

Se stai leggendo questo articolo, probabilmente conosci già quella sensazione di stanchezza che  sembra non avere fine. Forse ti ritrovi a dondolare tuo figlio per ore, oppure a chiederti se esiste un  modo "giusto" per farlo addormentare. Voglio dirti subito una cosa importante: ogni bambino è  diverso, e quello che funziona per uno potrebbe non funzionare per un altro. Non esiste una formula  magica, ma esistono strategie scientificamente fondate che possono aiutarti a trovare il tuo  equilibrio. 

Prima di esplorare le diverse tecniche, è fondamentale comprendere come funziona il sonno del tuo  bambino. Nei primi mesi di vita, il sonno infantile è profondamente diverso da quello degli adulti, e  questa comprensione può fare la differenza tra aspettative realistiche e frustrazioni inutili. 


Il sonno del neonato: cosa aspettarsi davvero

Il sonno di un neonato è frammentato per natura. Alla nascita, tuo figlio si sveglierà circa ogni una tre ore, e questa è una caratteristica fisiologica normale. Il suo cervello non ha ancora sviluppato i  ritmi circadiani che regolano l'alternanza giorno-notte negli adulti. Questo processo di maturazione  inizia intorno ai tre mesi di vita e continua gradualmente durante tutto il primo anno. 

Secondo la National Sleep Foundation, un neonato dorme mediamente dalle 14 alle 17 ore nell'arco  delle 24 ore. Dai quattro agli undici mesi, questa durata si riduce a circa 12-15 ore, mentre dai 12 ai  36 mesi si attesta sulle 11-14 ore. Questi sono valori di riferimento, non obiettivi rigidi da  raggiungere a tutti i costi. 

Un aspetto cruciale da comprendere è che il sonno e la nutrizione sono strettamente  interconnessi nei primi mesi di vita. L'allattamento al seno, raccomandato dall'Organizzazione  Mondiale della Sanità come alimentazione esclusiva fino ai sei mesi, richiede poppate frequenti  anche durante la notte. Questo non è un problema da risolvere, ma una caratteristica normale dello  sviluppo infantile che supporta sia la crescita del bambino sia la produzione di latte materno. 

Le fondamenta: creare un ambiente favorevole al sonno 

Prima di parlare di tecniche specifiche, è importante preparare il terreno. L'ambiente in cui il tuo  bambino dorme può fare una differenza significativa. 

L'importanza dell'"annidamento" 

Il bisogno di "fare il nido" è universale e trasversale a tutte le culture. I neonati, in particolare,  hanno bisogno di sentirsi contenuti e protetti per rilassarsi e scivolare nel sonno. Questo bisogno ha  radici evolutive profonde: rannicchiarsi riproduce la posizione fetale vissuta durante la gravidanza e  risponde a tre esigenze fondamentali: l'autoprotezione, la protezione dall'altro, e la protezione dal  tempo e dallo spazio. 

Quando prepari l'ambiente per il sonno, considera questi elementi: 


• Limiti tangibili: una culla con pareti morbide dove il bambino possa rannicchiarsi • Orientamento definito: punti di riferimento precisi che aiutino il bambino a sentirsi sicuro • Odore familiare: la presenza dell'odore della mamma o di tessuti che portano il suo  profumo 

• Sicurezza affettiva: un ambiente rassicurante che trasmetta protezione La preparazione progressiva al sonno 

Il cervello del bambino, come quello dell'adulto, ha bisogno di prepararsi al sonno. Questo avviene  attraverso un progressivo allontanamento dagli stimoli esterni e un restringimento dei limiti di  sicurezza. Stabilizzare i cicli del sonno è facilitato da un rallentamento graduale degli stimoli e del  ritmo con cui vengono presentati. 


Questo significa che nelle ore che precedono il sonno notturno, è utile: 

• Ridurre progressivamente la luminosità dell'ambiente 

• Abbassare il volume dei suoni 

• Rallentare il ritmo delle attività 

• Evitare giochi troppo stimolanti o eccitanti 


Le strategie di addormentamento: dalla teoria alla pratica

1. Il contatto pelle a pelle 

Il contatto pelle a pelle non è solo una pratica dolce, ma ha solide basi scientifiche. Questa tecnica  promuove la stabilità fisiologica del neonato, aiuta nella regolazione della temperatura corporea e  favorisce l'organizzazione neurobiologica che contribuisce al sonno. 

Come metterla in pratica: 

• Tieni il tuo bambino contro il tuo petto nudo o indossando solo il pannolino • Coprilo con una copertina leggera se necessario 

• Mantieni questa posizione per almeno 20-30 minuti prima del sonno 

• Il tuo respiro regolare e il battito del tuo cuore fungeranno da regolatori naturali per il suo  sistema nervoso 

Il contatto pelle a pelle è particolarmente efficace nei primi mesi di vita e può essere praticato anche  dai papà. Riduce il pianto, favorisce l'apertura degli occhi e stimola i movimenti della bocca,  preparando il bambino a un sonno più sereno. 


2. Il cullarsi e il movimento ritmico 

Il movimento ritmico è una risposta istintiva che nasce spontaneamente in tutte le mamme del  mondo. Il neonato che non trova qualcuno che lo culli ricrea questo ritmo regolare attraverso la  sincronizzazione con il respiro dell'adulto che gli sta vicino. 

Tecniche di cullamento efficaci: 

• Movimento dolce e costante: dondola il bambino con movimenti lenti e ritmici • Posizione verticale: tieni il bambino contro il tuo petto in posizione eretta mentre cammini  lentamente 

• Sedia a dondolo: se disponibile, può essere uno strumento prezioso per creare un ritmo  calmante 

• Fascia o marsupio: permette il movimento continuo mentre hai le mani libere Il ritmo dovrebbe essere costante e tranquillizzante, mai brusco o veloce. L'obiettivo è sincronizzare  il sistema nervoso del bambino con il tuo ritmo calmo. 


3. La routine della buonanotte 

Dopo i sei mesi di vita, e certamente intorno ai nove mesi quando emerge l'ansia da separazione,  diventa fondamentale instaurare un rituale dell'addormentamento. Questo consiste in una serie di  pratiche e comportamenti di rassicurazione che fungono da base stabile per ogni addormentamento. 

Elementi di una routine efficace: 

Il momento del bagno: Un bagno tiepido può favorire il rilassamento. La temperatura dell'acqua  dovrebbe essere confortevole, non troppo calda. Il bagno segnala al corpo che la giornata sta per  finire. 

L'abbassamento delle luci: Inizia a ridurre l'intensità luminosa nella stanza almeno un'ora prima  del sonno desiderato. La luce influenza la produzione di melatonina, l'ormone che regola il ciclo  sonno-veglia. 

Attività calme: Lettura di un libro, ninne nanne, o semplicemente parlare con voce bassa e  rassicurante. Questi momenti creano un'associazione positiva con il sonno.

L'allattamento o il biberon: Per molti bambini, nutrirsi prima di dormire è parte integrante della  routine. Non c'è nulla di sbagliato in questo, specialmente nei primi mesi. 

La sequenza fissa: L'importante è che la routine sia sempre la stessa e nello stesso ordine. Il  cervello del bambino imparerà ad associare questa sequenza al sonno, facilitando il rilassamento. 


4. Il massaggio infantile 

Il massaggio infantile è una pratica tradizionale in molte culture del mondo, e gli effetti benefici  sulla salute infantile sono stati ampiamente documentati dalla ricerca scientifica. Oltre a favorire il  rilassamento e il sonno, il massaggio supporta lo sviluppo del legame affettivo tra genitore e  bambino. 

Come praticare il massaggio: 

• Scegli un momento tranquillo, preferibilmente prima del bagnetto serale • Usa un olio naturale adatto ai neonati, leggermente riscaldato tra le tue mani • Inizia dalle gambe e sali gradualmente verso il tronco 

• Usa movimenti lenti, circolari e delicati 

• Osserva le reazioni del tuo bambino: se si rilassa, continua; se si agita, rallenta o fermati • Parla dolcemente o canta mentre massaggi 

Il massaggio non deve durare più di 10-15 minuti. L'obiettivo è il rilassamento, non un trattamento  completo. 


5. L'uso consapevole dell'ambiente sonoro 

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, un silenzio assoluto non sempre favorisce il sonno del  neonato. Alcuni bambini trovano rassicuranti suoni costanti e ritmici che ricordano l'ambiente  intrauterino. 

Opzioni da considerare: 

• Rumore bianco: Un suono costante e uniforme che può mascherare altri rumori disturbanti • Suoni della natura: Pioggia, onde del mare, o fruscio delle foglie 

• Ninne nanne: La tua voce che canta o canticchia è spesso il suono più rassicurante • Respirazione amplificata: Alcuni genitori trovano efficace respirare in modo udibile vicino  al bambino 

L'importante è mantenere un volume basso e costante, mai eccessivo. 


6. Riconoscere e rispettare i segnali di sonno 

Uno degli aspetti più importanti è imparare a riconoscere i segnali precoci di stanchezza nel tuo  bambino. Aspettare che sia troppo stanco o addirittura che pianga rende l'addormentamento molto  più difficile. 

Segnali precoci di sonnolenza: 

• Strofinamento degli occhi 

• Tirare le orecchie 

• Sguardo fisso nel vuoto 

• Movimenti più lenti 

• Diminuzione dell'interesse per i giochi

• Piccoli sbadigli 

Segnali tardivi (da evitare di raggiungere): 

• Pianto intenso 

• Iperattività paradossa (il bambino sembra più attivo del solito) 

• Difficoltà a calmarsi 

• Arco della schiena e rigidità muscolare 

Quando noti i primi segnali, è il momento di iniziare la routine dell'addormentamento. Un bambino  troppo stanco produce cortisolo, l'ormone dello stress, che rende paradossalmente più difficile  addormentarsi. 


7. L'approccio graduale "mettere a letto sonnolento ma sveglio" 

Molti programmi educativi sul sonno infantile raccomandano di mettere il bambino a letto quando è  sonnolento ma ancora sveglio. L'obiettivo è favorire lo sviluppo di abilità di addormentamento che  gradualmente diventino più autonome. 

Come applicarlo con rispetto e gradualità: 

Nei primi tre mesi, questa tecnica è generalmente sconsigliata. Il neonato ha bisogno di tutto il  supporto possibile per addormentarsi. Dopo i sei mesi, puoi iniziare a sperimentare, sempre  rispettando i tempi del tuo bambino: 

1. Fase uno: Addormenta il bambino completamente come hai sempre fatto 2. Fase due: Quando è profondamente addormentato, mettilo nella culla 

3. Fase tre: Dopo alcune settimane di successo, mettilo quando è in sonno profondo ma di  tanto in tanto anche in sonno leggero 

4. Fase quattro: Gradualmente, prova a metterlo quando è molto assonnato ma non ancora  addormentato 

5. Fase cinque: Con il tempo, potrai metterlo quando mostra i primi segnali di sonnolenza Questo processo può richiedere settimane o mesi. Non forzare i tempi e non considerarlo un  fallimento se alcuni giorni devi tornare a fasi precedenti. Lo sviluppo non è lineare. 

8. Perché alcune tecniche popolari non rispettano la psiche del bambino 

È importante parlare anche di ciò che non dovresti fare. Esistono metodi ampiamente diffusi che,  pur essendo presentati come efficaci, possono interferire con lo sviluppo psicologico ed emotivo del  tuo bambino. 


I metodi basati sull'allontanamento e sulla riduzione della risposta 

Tecniche come il "Camping out" (riduzione graduale della presenza), il "Cry-it-out" (lasciare  piangere), o l'estinzione graduale del pianto sono metodi che, in varie forme, prevedono di ridurre  progressivamente la risposta ai segnali del bambino o la presenza fisica del genitore durante  l'addormentamento. 


Perché questi metodi sono problematici? 

Come evidenziato da psicologi dello sviluppo tra cui Imbasciati, e da esperti di attaccamento come  Bowlby, Winnicott e Daws, nei primi tre anni di vita la regolazione degli stati di sonno e veglia  dipende in larga misura dal sistema di accudimento. Le transizioni tra vigilanza e addormentamento  si connettono sia a meccanismi fisiologici sia a processi emotivi, affettivi e sociali fondamentali.


Il pianto è comunicazione, non manipolazione.

Quando un bambino piange e il genitore risponde,  si costruisce la fiducia di base. Quando il pianto non ottiene risposta, il bambino può smettere di  piangere non perché abbia imparato ad "auto-consolarsi", ma perché ha imparato che chiamare non  serve. Questo è molto diverso dall'acquisizione di una reale capacità di autoregolazione. 

Un'interazione caratterizzata da modalità rispondenti, prevedibili e coerenti offre al bambino  modelli relazionali interni che supportano i processi di autoregolazione dei ritmi biologici. Al  contrario, l'ignorare sistematicamente i segnali di disagio può interferire con: 

• Lo sviluppo della fiducia di base 

• La costruzione di un attaccamento sicuro 

• La capacità futura di regolare le emozioni 

• Il senso di sicurezza affettiva 


L'autonomia vera non si insegna con l'abbandono 

L'autonomia nel sonno, come in tutti gli aspetti dello sviluppo, emerge gradualmente quando il  bambino si sente sicuro. Non può essere forzata attraverso tecniche che riducono artificialmente la  presenza del genitore. Un bambino che si sente sicuro della disponibilità del genitore sarà  naturalmente più propenso a esplorare l'autonomia quando sarà pronto. 


Fidati del tuo istinto 

Se una tecnica ti fa sentire a disagio, se il tuo cuore ti dice che lasciare piangere tuo figlio è  sbagliato, ascoltati. Il tuo istinto materno esiste per una ragione evolutiva precisa: proteggere il  benessere psicofisico del tuo bambino. Nessun metodo, per quanto "popolare" o "efficace nel breve  termine", vale più della relazione di fiducia e sicurezza che stai costruendo con tuo figlio. 

La buona notizia è che esistono molte strategie rispettose descritte in questo articolo che possono  aiutarti a migliorare il sonno familiare senza compromettere il benessere emotivo del tuo bambino. 


Strategie specifiche per età 


0-3 mesi: il quarto trimestre 

Nei primi tre mesi, il tuo bambino sta ancora adattandosi alla vita extrauterina. Questo periodo  viene spesso chiamato "quarto trimestre" perché il neonato ha ancora bisogno di condizioni molto  simili a quelle del grembo materno. 

Strategie principali: 

• Massimizza il contatto fisico: Pelle a pelle, fascia portabebè, tenere in braccio • Rispondi prontamente ai segnali: Il pianto è comunicazione, non manipolazione • Allattamento a richiesta: Sia di giorno che di notte, senza guardare l'orologio • Nessuna aspettativa di routine rigida: Il sonno sarà frammentato e imprevedibile • Vicinanza notturna sicura: Molte famiglie trovano più facile la condivisione della stanza  (seguendo le linee guida di sicurezza) 

In questa fase, il tuo obiettivo non è "insegnare" al bambino a dormire, ma supportarlo mentre il suo  sistema nervoso matura naturalmente. 


3-6 mesi: l'emergere dei ritmi

Intorno ai tre mesi inizia a emergere una certa organizzazione nei ritmi sonno-veglia. Il bambino  inizia a dormire periodi più lunghi durante la notte. 

Strategie da introdurre: 

• Inizia a differenziare giorno e notte: Di giorno, sonno con luce e suoni normali; di notte,  ambiente più buio e silenzioso 

• Osserva i pattern naturali: Identifica i momenti in cui il bambino mostra sonnolenza e  costruisci la routine intorno a questi 

• Introduci una routine pre-nanna semplice: Bagno, cambio, poppata, ninnananna • Mantieni la flessibilità: I pattern sono ancora in evoluzione 


6-12 mesi: consolidamento e ansia da separazione 

Questo è un periodo di grandi progressi ma anche di nuove sfide, in particolare l'ansia da  separazione che emerge intorno agli otto-nove mesi. 

Strategie consigliate: 

• Consolida la routine della buonanotte: Rendila prevedibile e rassicurante • Rispetta l'ansia da separazione: È un segnale di attaccamento sano, non un problema da  "correggere" 

• Considera oggetti transizionali: Dopo i sei mesi, un piccolo peluche o un fazzoletto con il  tuo odore può offrire conforto (sempre seguendo le linee guida di sicurezza) • Sii coerente ma flessibile: Durante regressioni del sonno (comuni intorno agli 8-10 mesi),  torna a strategie che davano sicurezza nei mesi precedenti 


12-36 mesi: autonomia crescente 

Nel secondo e terzo anno di vita, i bambini sviluppano maggiore autonomia ma hanno ancora  bisogno di supporto e rassicurazione. 

Strategie per questa fase: 

• Routine ancora più elaborate: Possono includere scelta del pigiama, scelta del libro della  buonanotte 

• Coinvolgi il bambino: "È ora di andare a nanna. Vuoi portare l'orsetto o il coniglietto?" • Mantieni i limiti con gentilezza: "Ancora una storia e poi si spegne la luce" • Prepara per i cambiamenti: Il passaggio dalla culla al lettino, l'arrivo di un fratellino Il ruolo cruciale della relazione e del supporto 

La ricerca scientifica ha evidenziato come nei primi tre anni di vita la regolazione degli stati di  sonno e veglia dipenda in larga misura dal sistema di accudimento. Un'interazione caratterizzata da  modalità rispondenti, prevedibili e coerenti offre al bambino modelli relazionali interni che  supportano i processi di autoregolazione dei ritmi biologici. 

Una ricerca ha evidenziato che alti livelli di ansia materna sono associati a sonno frammentato e  leggero nel bambino, indipendentemente dal temperamento infantile. Questo sottolinea un aspetto  fondamentale: il sonno del bambino e il benessere della mamma sono interconnessi

Quando sei esausta, è più difficile interpretare i segnali del bambino, mantenere la calma durante i  risvegli notturni, e applicare con coerenza le strategie scelte. Il supporto pratico ed emotivo è  essenziale:

• Condividi i turni notturni con il partner quando possibile 

• Accetta aiuto da familiari o amici per il giorno, così puoi riposare 

• Non isolarti: Il confronto con altre mamme può aiutarti a normalizzare la tua esperienza • Prenditi cura del tuo sonno: Dormi quando dorme il bambino, anche se significa lasciare i  piatti sporchi 

Il mito del "bambino che dorme tutta la notte" 

C'è una pressione sociale enorme sulle mamme affinché i loro bambini dormano "tutta la notte" il  prima possibile. Questa aspettativa è non solo irrealistica, ma anche potenzialmente dannosa. 

La verità scientifica è che i risvegli notturni sono normali e addirittura protettivi. Alcuni  ricercatori suggeriscono che i risvegli frequenti nel primo anno di vita siano un fattore protettivo  contro le apnee notturne e siano perfettamente in linea con i ritmi dell'allattamento al seno. 

Il concetto stesso di "dormire tutta la notte" è culturalmente determinato. In molte parti del mondo, i  bambini dormono vicino o con i loro genitori per anni, e la questione del "dormire autonomamente  in camera propria" semplicemente non si pone. 

Liberati dalla pressione di raggiungere traguardi arbitrari. Ogni bambino è diverso, ogni famiglia è  diversa, e ciò che funziona per i tuoi vicini potrebbe non funzionare per voi, e va benissimo così. 


Quando il sonno diventa davvero problematico 

È normale che i bambini si sveglino durante la notte. È normale che attraversino periodi di sonno  più difficile durante dentizione, malattie, o fasi di sviluppo particolarmente intense. Tuttavia, ci  sono situazioni in cui il sonno problematico può indicare qualcosa che richiede attenzione  professionale. 


Segnali che suggeriscono di consultare uno specialista: 

• Il bambino si sveglia piangendo intensamente e inconsolabilmente più volte ogni notte dopo  i 12 mesi 

• La mancanza di sonno sta impattando gravemente la salute mentale della mamma o del papà • Il bambino mostra sonnolenza eccessiva durante il giorno e difficoltà a stare sveglio per  giocare 

• Russamento intenso o pause respiratorie durante il sonno 

• Resistenza estrema al sonno associata ad altri segnali di disagio 

Anche quando il sonno rientra nella norma ma tu ti senti sopraffatta dalla stanchezza, questo è un  motivo valido per chiedere aiuto. Il sonno frammentato per mesi può portare a deprivazione di  sonno nei genitori, che ha effetti reali sulla salute fisica e mentale. 


Creare la tua strategia personalizzata 

Dopo aver esplorato tutte queste tecniche, potresti sentirti sopraffatta dalla quantità di informazioni.  Ecco come creare un approccio che funzioni per te: 

Passo 1: Conosci tuo figlio Osserva i suoi pattern naturali, i suoi segnali di sonnolenza, cosa lo  calma e cosa lo agita. Ogni bambino ha un temperamento unico.

Passo 2: Identifica le tue priorità Cosa è più importante per te? La vicinanza notturna? Un po' di  autonomia del bambino? La possibilità di avere qualche ora di sonno continuo? Non esiste una  risposta giusta valida per tutti. 

Passo 3: Inizia con poche strategie Non cercare di implementare tutto insieme. Scegli 2-3 strategie  che risuonano con te e provale con costanza per almeno 1-2 settimane. 

Passo 4: Sii flessibile Se qualcosa non funziona dopo un periodo di prova ragionevole, non  significa che hai fallito. Significa che quella particolare strategia non è adatta al tuo bambino in  questo momento. Prova qualcos'altro. 

Passo 5: Considera il contesto Durante dentizione, malattie, cambiamenti importanti (traslochi,  arrivo di fratellini), è normale dover tornare a strategie più supportive temporaneamente. 

Passo 6: Celebra i piccoli progressi Se il bambino che si svegliava ogni ora ora si sveglia ogni due  ore, questo è un progresso. Riconoscilo e non sminuirlo confrontandoti con bambini che "dormono  già tutta la notte". 


Un messaggio finale: sei una buona mamma 

Se sei arrivata a leggere fino a qui, significa che ti stai impegnando profondamente per comprendere  e supportare il sonno di tuo figlio. Questo ti rende già una madre attenta e premurosa. 

Il sonno infantile è uno degli aspetti più sfidanti della genitorialità nei primi anni. Non c'è una  soluzione universale, non c'è un metodo perfetto, e non c'è un traguardo che tutte le mamme devono  raggiungere nello stesso momento. 

Ciò che conta è trovare un equilibrio che permetta a te, al tuo partner e al tuo bambino di riposare  sufficientemente per affrontare le giornate con energia e serenità. Questo equilibrio sarà diverso per  ogni famiglia e cambierà nel tempo man mano che il bambino cresce. 

Fidati del tuo istinto. Se una tecnica ti fa sentire a disagio, anche se "funziona", probabilmente non è  la tecnica giusta per te. Se ti senti più serena tenendo il tuo bambino vicino durante la notte, anche  se qualcuno ti dice che "dovrebbe già dormire da solo", ascolta te stessa. 

Il sonno problematico non durerà per sempre. I ritmi circadiani matureranno, l'ansia da separazione  si attenuerà, le notti diventeranno gradualmente più lunghe. Nel frattempo, sii gentile con te stessa,  chiedi aiuto quando ne hai bisogno, e ricorda che stai facendo del tuo meglio in una delle fasi più  intense della vita. 


Sei pronta a trasformare le notti della tua famiglia? 

Se dopo aver letto questo articolo senti di aver bisogno di un supporto personalizzato, di qualcuno  che ascolti la tua situazione specifica e ti aiuti a creare una strategia su misura per te e il tuo  bambino, considera la possibilità di richiedere una consulenza specializzata sul sonno infantile. 

Non sei sola in questo viaggio. Esistono professionisti formati che possono accompagnarti,  rispettando le tue scelte genitoriali e il tuo istinto, senza giudizio e con un approccio basato sulle  evidenze scientifiche più recenti e sulla comprensione profonda dei bisogni emotivi del bambino. 

Una consulenza può aiutarti a:

• Analizzare la situazione specifica del sonno del tuo bambino 

• Identificare i fattori che potrebbero contribuire alle difficoltà 

• Creare una strategia personalizzata che tenga conto del temperamento di tuo figlio, delle tue  priorità familiari, delle tue convinzioni e che rispetti la relazione di attaccamento • Ricevere supporto durante l'implementazione delle strategie scelte 

• Adattare l'approccio man mano che il tuo bambino cresce e cambia 

Se tuo figlio ha difficoltà ad addormentarsi, si sveglia frequentemente durante la notte, o se la  situazione attuale sta impattando la tua salute e il tuo benessere, non aspettare che la situazione  diventi insostenibile. 


Contattaci per una consulenza personalizzata sul sonno del tuo bambino. Insieme, troveremo le  strategie che funzionano per la tua famiglia, rispettando i ritmi naturali di sviluppo di tuo figlio, i  suoi bisogni affettivi e le tue esigenze di genitore. Perché dormire meglio non è un lusso, è un  diritto di tutta la famiglia. 


Fonti 

Le informazioni contenute in questo articolo sono basate sulle seguenti fonti scientifiche e cliniche: 

1. Bathory, E., & Tomopoulos, S. (2017). Sleep regulation, physiology and development, sleep  duration and patterns, and sleep hygiene in infants, toddlers, and preschool-age children.  Current Problems in Pediatric and Adolescent Health Care

2. National Sleep Foundation (2015). Sleep duration recommendations for children and  adolescents. 

3. Paavonen, E. J., Saarenpää-Heikkilä, O., Morales-Munoz, I., et al. (2020). Normal sleep  development in infants: findings from two large birth cohorts. Sleep Medicine

4. Sadeh, A., & Anders, T. F. (1993). Infant sleep problems: Origins, assessment, interventions.  Infant Mental Health Journal

5. Reuter, A., Silfverdal, S. A., & Lindblom, K. (2020). A systematic review of prevention and  treatment of infant behavioural sleep problems. Acta Paediatrica

6. Whittall, H., Pillion, M., & Gradisar, M. (2021). Behavioral interventions for infant sleep  problems: The role of parental cognition. Behavioral Sleep Medicine

7. Hiscock, H., Bayer, J. K., Hampton, A., Ukoumunne, O. C., & Wake, M. (2008). Long-term  mother and child mental health effects of a population-based infant sleep intervention.  Pediatrics

8. Price, A. M., Wake, M., Ukoumunne, O. C., & Hiscock, H. (2012). Five-year follow-up of  harms and benefits of behavioral infant sleep intervention. Pediatrics

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11. Ammaniti, M., Lucarelli, L., Cimino, S., & Petrocchi, M. (2008). Classificazione e  assessment dei disturbi del sonno infantile: studio empirico sui fattori di rischio nella  relazione di caregiving e nello sviluppo emotivo-comportamentale del bambino. Infanzia e  Adolescenza, 1, 23-36. 

12. Bowlby, J. (1969). Attachment and Loss: Vol. 1. Attachment. Basic Books. 13. Winnicott, D. W. (1965). *The Maturational

 
 
 

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