Le Coliche del Neonato: Tra Pianto Fisiologico e Reale Disagio
- tecnici7
- 13 ott
- Tempo di lettura: 14 min
Aggiornamento: 6 giorni fa

Sono le 19:00, la stessa ora di ieri. E anche di ieri l'altro. Il vostro bambino inizia a piangere, diventa inconsolabile, si agita, stringe i pugnetti. Provate tutto: lo cullate, lo allattate, gli parlate dolcemente, ma niente sembra funzionare. Il pianto continua, intenso, per quella che sembra un'eternità. Vi sentite impotenti, esauste, e vi chiedete cosa stia succedendo al vostro piccolo.
Quasi sicuramente vi sentirete dire: "Ha le coliche". Ma cosa significa veramente? È davvero un problema del pancino, o c'è dell'altro? E soprattutto, perché sempre alla stessa ora?
Il Grande Equivoco delle "Coliche"
Partiamo da una premessa fondamentale: quello che comunemente chiamiamo "coliche del neonato" non è sempre - anzi, raramente - un vero problema gastrointestinale. Il termine è fuorviante e ha creato decenni di confusione tra genitori e professionisti. Cerchiamo di fare chiarezza.
La parola "colica" deriva dal greco kolikos, che significa colon, e suggerisce un dolore intestinale. Per anni si è pensato che i neonati piangessero per accumulo di gas, problemi digestivi o dolori addominali. Ma la ricerca scientifica degli ultimi decenni ha rivelato una verità diversa: nella maggior parte dei casi, quello che vediamo è un pianto fisiologico di sviluppo, non una patologia.
Il Purple Crying: Quando il Pianto è Normale
I ricercatori hanno identificato un fenomeno chiamato "Purple Crying" (pianto viola, ma l'acronimo in inglese descrive le caratteristiche del fenomeno). Questo tipo di pianto è assolutamente normale e fa parte dello sviluppo di tutti i neonati, anche se con intensità diverse. Vediamo le sue caratteristiche:
P - Peak Pattern (Picco): Il pianto raggiunge il suo massimo intorno alle 6 settimane di vita, poi diminuisce gradualmente fino a scomparire verso i 3-4 mesi.
U - Unexpected (Inaspettato): Inizia e finisce senza una ragione apparente. Non è legato alla fame, al pannolino sporco o a qualche disagio specifico.
R - Resists Soothing (Resiste alla consolazione): Nessuna tecnica di consolazione sembra funzionare veramente. Il bambino continua a piangere nonostante tutti i vostri sforzi.
P - Pain-like Face (Espressione di dolore): Il bambino sembra soffrire - viso arrossato, corpo teso, gambette piegate - ma non c'è un reale dolore fisico.
L - Long-lasting (Lunga durata): Può durare diverse ore, tipicamente 2-3 ore o più. E - Evening (Sera): Si manifesta quasi sempre nel tardo pomeriggio o alla sera.
Questo è il pianto che la maggior parte dei neonati manifesta. Non è causato da gas intestinali, non è causato da dolore addominale, e non è colpa vostra o di qualcosa che avete mangiato. È
semplicemente il modo in cui il sistema nervoso immaturo del neonato gestisce (o meglio, fatica a gestire) l'accumulo di stimoli della giornata.
La Zona del Riavvio: Perché Sempre alla Stessa Ora
Ecco la chiave per comprendere: il pianto serale non è casuale. È il momento in cui il neonato ha bisogno di "scaricare" tutto quello che ha accumulato durante il giorno.
Pensate al vostro bambino: ogni giorno, dal momento in cui si sveglia, il suo cervello immaturo riceve un bombardamento di stimoli. Luci, suoni, volti, movimenti, sensazioni tattili, temperature che cambiano. Per noi adulti questi stimoli sono normali, filtrati automaticamente dal nostro sistema nervoso maturo. Per un neonato di poche settimane, ogni stimolo è nuovo, intenso, non filtrabile.
Durante il giorno, il neonato riesce in qualche modo a gestire. Ma verso sera, quando si è accumulata tutta la stanchezza della giornata, quando i livelli di cortisolo (l'ormone che aiuta a mantenere l'allerta) iniziano a diminuire naturalmente, il sistema nervoso del bambino va in "sovraccarico". È come se tutti i circuiti si sovraccaricassero contemporaneamente.
E come scarica questa tensione? Attraverso l'unico strumento che ha: il pianto.
Non è dolore. Non è un problema. È un bisogno fisiologico di "riavvio" del sistema nervoso. Il bambino letteralmente ha bisogno di piangere per scaricare le tensioni accumulate. È la sua "zona del riavvio".
Questo spiega perché:
• Avviene sempre alla stessa ora (quando l'accumulo raggiunge il limite) • Nessuna tecnica di consolazione funziona davvero (perché non c'è nulla da "risolvere") • Passa spontaneamente dopo un po' (una volta scaricata la tensione)
• Si risolve intorno ai 3-4 mesi (quando il sistema nervoso matura)
Dai Criteri di Wessel ai Criteri ROME IV
Per decenni, la diagnosi di "colica infantile" si è basata sulla "regola del tre" formulata dal pediatra Morris Wessel negli anni '50: pianto per più di 3 ore al giorno, per più di 3 giorni alla settimana, per più di 3 settimane consecutive.
I criteri diagnostici ROME IV del 2016 hanno aggiornato questa definizione, rendendola più precisa e riconoscendo la natura complessa del fenomeno:
Il bambino ha un'età inferiore ai 5 mesi quando i sintomi iniziano e cessano. Questa finestra temporale è significativa: coincide esattamente con la maturazione del sistema nervoso e lo sviluppo del ritmo circadiano.
Periodi ricorrenti e prolungati di pianto, agitazione o irritabilità senza una causa apparente che i caregiver non possono prevenire né risolvere. Notate: "senza causa apparente". Non si parla necessariamente di dolore, ma di uno stato emotivo che il bambino non riesce a regolare.
Nessuna evidenza di scarso aumento di peso, febbre o malattia. Questo è fondamentale: un bambino con vere coliche patologiche è un bambino che prospera e cresce normalmente.
Importante: anche nei criteri ROME IV rimane il riferimento alla "regola del tre" per quantificare il pianto (più di 3 ore al giorno, più di 3 giorni alla settimana). Ma l'interpretazione è cambiata: non stiamo necessariamente cercando una malattia, stiamo descrivendo un pattern di sviluppo.
Quando le Coliche Sono Davvero Coliche: I Segnali da Non Ignorare
Detto questo, esistono casi - una minoranza - in cui il pianto inconsolabile è effettivamente legato a un problema fisico. È importante saperli riconoscere per distinguere il pianto fisiologico da quello patologico.
Segnali che suggeriscono un problema reale:
Il bambino piange anche durante il giorno, non solo la sera. Se il disagio è presente 24 ore su 24, potrebbe esserci un problema fisico come reflusso gastroesofageo, allergie alimentari, o altri disturbi.
Il pianto è associato ad altri sintomi: vomito frequente, feci con sangue o muco, diarrea persistente, scarsa crescita, rifiuto del cibo, febbre.
Il bambino mostra segni evidenti di dolore addominale: addome visibilmente gonfio e teso, il bambino piange quando toccate la pancia, emissione frequente di gas maleodoranti, difficoltà nell'evacuazione.
Il pattern non migliora con il tempo. Il normale Purple Crying diminuisce gradualmente dopo le 6 settimane e si risolve entro i 3-4 mesi. Se persiste o peggiora, va indagato.
Non risponde MAI a nessuna forma di contatto o contenimento. Anche durante il Purple Crying, momenti di calma e contatto sono possibili tra una crisi e l'altra.
In questi casi, è fondamentale consultare il pediatra che potrà valutare se esistono condizioni come:
• Reflusso gastroesofageo patologico
• Allergia alle proteine del latte vaccino (APLV)
• Intolleranze alimentari
• Problemi anatomici o neurologici
Le Vere Cause delle Coliche Patologiche
Quando parliamo di coliche che hanno una base fisica reale, la ricerca ha identificato alcuni fattori chiave:
Il Microbioma Intestinale Alterato
Studi recenti hanno dimostrato che i bambini con coliche patologiche presentano una composizione batterica intestinale diversa. In particolare, mostrano:
• Una riduzione dei lattobacilli benefici
• Un aumento di batteri coliformi come E. coli e Klebsiella
• Livelli più elevati di calprotectina fecale (un marcatore di infiammazione intestinale)
Questa alterazione, chiamata disbiosi, può creare uno stato di infiammazione locale che causa reale disagio. La flora intestinale si sviluppa gradualmente nei primi mesi, influenzata dal tipo di parto, dall'allattamento e dall'ambiente.
Immaturità del Sistema Digestivo
L'intestino di un neonato è ancora immaturo. La motilità intestinale - il movimento coordinato che fa progredire il contenuto - può essere irregolare. Questo può effettivamente portare a:
• Accumulo di gas
• Difficoltà nell'evacuazione
• Sensazione di tensione addominale
Tuttavia, è importante sottolineare che molti neonati hanno questi stessi problemi senza manifestare coliche. Il gas intestinale da solo non è sufficiente a spiegare il pianto prolungato.
Allergie e Intolleranze Alimentari
In una percentuale piccola ma significativa di casi (stimata intorno al 10-15%), le coliche possono essere legate a:
• Allergia alle proteine del latte vaccino (APLV), che può manifestarsi anche nei bambini allattati al seno se la madre consuma latticini
• Intolleranze ad altri alimenti della dieta materna
• Problemi con alcuni componenti delle formule artificiali
Reflusso Gastroesofageo
Il reflusso - la risalita del contenuto gastrico nell'esofago - è comune nei neonati. Nella maggior parte dei casi è fisiologico e non problematico. Ma quando diventa patologico (MRGE - Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo), può causare:
• Dolore durante e dopo i pasti
• Rifiuto del cibo
• Pianto associato all'alimentazione
• Frequenti rigurgiti o vomito
Come Affrontare il Pianto Serale Fisiologico
Se il vostro bambino rientra nella maggioranza - quello con Purple Crying fisiologico - cosa potete fare? Non potete "curarlo" perché non è una malattia. Ma potete aiutare voi e il vostro bambino ad attraversare questo periodo difficile.
Cambio di Prospettiva
La prima e più importante strategia è mentale: riconoscere che il vostro bambino ha bisogno di piangere. Non state fallendo come genitori. Non c'è qualcosa di "sbagliato". Il bambino sta scaricando tensioni in modo fisiologico.
Alcuni bambini hanno bisogno di piangere per 10-15 minuti prima di calmarsi e addormentarsi. È il loro modo di "spegnere" il sistema. Esattamente come alcuni adulti hanno bisogno di sfogarsi parlando o piangendo dopo una giornata difficile.
Tecniche di Contenimento
Anche se il pianto continuerà, queste strategie possono aiutare a ridurne l'intensità: Le 5 S del Dr. Karp, basate sul ricreare l'ambiente uterino:
• Swaddling (fasciatura): avvolgere il bambino in modo sicuro
• Side/Stomach position (posizione laterale): tenere il bambino su un fianco o prono tra le vostre braccia (mai nella culla in questa posizione)
• Shushing (suoni ritmici): il classico "shhh" che ricorda i suoni del grembo • Swinging (dondolio): movimento ritmico e costante
• Sucking (suzione): ciuccio o suzione non nutritiva
Riduzione degli stimoli ambientali:
• Abbassare le luci 1-2 ore prima dell'ora critica
• Ridurre rumori, televisione, visitatori
• Creare un ambiente tranquillo e prevedibile
• Evitare di passarlo da una persona all'altra
Contatto fisico costante:
• Portare il bambino in fascia nelle ore critiche
• Contatto pelle a pelle
• Massaggio delicato (se gradito dal bambino)
Rumori bianchi:
• Phon, aspirapolvere, ventilatore
• App di rumori bianchi
• Suoni della natura (pioggia, onde)
La Strategia del "Lasciare Sfogare"
Può sembrare contro-intuitivo, ma a volte la cosa migliore che potete fare è: tenere il bambino in sicurezza, offrirgli presenza e contenimento, ma lasciarlo piangere. Non siete obbligate a "far smettere" il pianto a ogni costo.
Alcuni genitori trovano utile:
• Tenere il bambino in braccio o in fascia
• Camminare ritmicamente
• Parlare con voce calma, anche se piange
• Accettare che il pianto continuerà per un po'
Il bambino si calmerà quando avrà scaricato la sua tensione. Il vostro compito non è eliminare il pianto, ma accompagnarlo attraverso questo processo offrendo sicurezza e presenza.
Cosa NON Fare
È importante anche sapere cosa evitare:
Non medicalizzare eccessivamente. Se il bambino cresce bene, mangia regolarmente e il pianto è solo serale, probabilmente non serve nessun farmaco. Gli anti-coliche a base di simeticone hanno mostrato scarsa o nulla efficacia scientifica. Gli inibitori di pompa protonica (per il reflusso) sono spesso sovra-prescritti e inefficaci in assenza di vera patologia.
Non cambiare continuamente strategia. Il bambino ha bisogno di prevedibilità. Provare dieci tecniche diverse in dieci minuti aumenta la stimolazione invece di ridurla. Scegliete un approccio e mantenetelo per almeno 10-15 minuti.
Non eliminare alimenti dalla dieta materna senza motivo. A meno che non ci siano chiari segnali di allergia o intolleranza (feci alterate, sangue nelle feci, scarsa crescita), non c'è motivo di eliminare latticini, verdure crocifere o altri alimenti. Non esistono cibi che causano universalmente le coliche.
Non sentirvi in colpa. Questa è forse la cosa più importante. Il pianto del vostro bambino non è colpa vostra. Non dipende da quello che avete mangiato, da come lo tenete, dal tipo di parto che avete avuto. È una fase di sviluppo.
Quando Considerare i Probiotici
La ricerca sul Lactobacillus reuteri DSM 17938, un ceppo probiotico isolato dal latte materno, ha mostrato risultati interessanti in alcuni studi. Questo probiotico sembra:
• Favorire la colonizzazione intestinale con batteri benefici
• Ridurre i livelli di infiammazione intestinale
• Diminuire la durata del pianto in alcuni bambini
Tuttavia, è importante sapere che:
• Non funziona per tutti i bambini
• È più efficace nei casi con reale disbiosi intestinale
• Non "cura" il Purple Crying fisiologico
• Va sempre discusso con il pediatra
Altri probiotici hanno mostrato risultati contrastanti. Non somministrate mai integratori al vostro bambino senza consultare il pediatra.
L'Impatto sui Genitori: Prendetevi Cura di Voi
Il pianto prolungato di un neonato ha un impatto profondo sui genitori. Non è un'esagerazione dire che può portare a:
• Esaurimento fisico ed emotivo
• Aumento del rischio di depressione post-partum
• Tensioni nella coppia
• Senso di inadeguatezza
• Nei casi estremi, comportamenti pericolosi come scuotere il bambino
Strategie di protezione per i genitori:
Alternate i turni. Se siete in due, createvi un sistema di rotazione. Una persona gestisce il bambino mentre l'altra si riposa, anche solo per 30 minuti. Questo piccolo stacco può fare una differenza enorme.
Chiedete aiuto. Familiari, amici, doula post-parto. Non è un segno di debolezza, è intelligenza. Anche solo avere qualcuno che tiene il bambino mentre voi fate una doccia o mangiate tranquille può essere rigenerante.
Usate la "regola della culla sicura". Se sentite che la frustrazione sta diventando insopportabile, è SEMPRE meglio mettere il bambino in un luogo sicuro (culla, lettino) e allontanarsi per qualche
minuto. Il bambino può piangere in sicurezza mentre voi respirate, bevete un bicchiere d'acqua, vi calmate. Tornate quando vi sentite più centrate.
Non scuotete MAI il bambino. Scuotere un neonato può causare danni cerebrali gravi, permanenti, persino la morte. Se vi rendete conto che state per perdere il controllo, mettete il bambino in sicurezza e allontanatevi. Chiamate qualcuno. Chiedete aiuto.
Cercate supporto emotivo. Gruppi di auto-aiuto, consulenti post-parto, psicologi perinatali. Parlare con altri genitori che hanno vissuto la stessa esperienza riduce il senso di isolamento.
Ricordatevi: passerà. Nei momenti peggiori, ripetetevi questa verità: la stragrande maggioranza dei bambini migliora drasticamente tra i 3 e i 4 mesi. Questo periodo difficile ha una fine.
Distinguere il Normale dall'Anormale: Una Guida Pratica
Come fare a capire se siete di fronte a Purple Crying fisiologico o a un problema che richiede intervento medico?
Purple Crying Fisiologico:
• Inizia verso le 2-3 settimane
• Peggiora fino alle 6 settimane, poi migliora
• Si verifica quasi esclusivamente la sera (17:00-22:00)
• Il bambino è consolabile tra una crisi e l'altra
• Mangia bene e cresce normalmente
• Non ci sono altri sintomi
• Si risolve completamente entro i 4-5 mesi
Coliche Patologiche o Altri Problemi:
• Il pianto è presente 24 ore su 24, non solo la sera
• Peggiora progressivamente invece di migliorare dopo le 6 settimane
• Associato a: vomito frequente, feci alterate, sangue nelle feci, scarsa crescita, rifiuto del cibo • Il bambino è inconsolabile anche tra le crisi
• Persiste oltre i 5 mesi
• Il bambino sembra effettivamente soffrire durante l'alimentazione
Quando chiamare il pediatra subito:
• Febbre
• Vomito ripetuto e violento
• Sangue nelle feci
• Mancato aumento di peso
• Letargia o difficoltà a svegliarsi
• Pianto che cambia improvvisamente caratteristiche e diventa debole o acuto in modo anomalo
Il Sonno e le Coliche: Un Cerchio che si Chiude
Le coliche (sia fisiologiche che patologiche) hanno spesso un impatto significativo sul sonno del neonato e dell'intera famiglia. Il disagio serale può:
• Rendere difficile l'addormentamento
• Causare risvegli più frequenti nelle prime ore della notte
• Creare associazioni negative con il sonno
• Sfasare i ritmi sonno-veglia
Quando le coliche fisiologiche si risolvono intorno ai 3-4 mesi, molte famiglie sperimentano finalmente notti più tranquille. Ma non sempre è così automatico.
A volte, i pattern di sonno disturbato che si sono instaurati durante il periodo delle coliche persistono anche dopo, semplicemente perché bambino e genitori si sono abituati a certi ritmi. Il bambino può aver sviluppato l'abitudine di addormentarsi solo dopo aver pianto, o di svegliarsi frequentemente richiedendo intervento.
Se, oltre alle difficoltà serali, notate che il vostro bambino:
• Fatica sistematicamente ad addormentarsi, anche quando calmo
• Si sveglia molto frequentemente durante la notte
• Non riesce a riaddormentarsi senza intervento costante
• Mostra resistenza al sonno anche quando è evidentemente stanco
potrebbe essere utile lavorare specificamente sui pattern di sonno. Non si tratta di "lasciar piangere" il bambino (approccio che molti genitori giustamente rifiutano), ma di aiutare gradualmente il sistema nervoso del bambino a regolarsi meglio, creando routine prevedibili e supportando lo sviluppo di capacità di autoregolazione appropriate all'età.
La Prospettiva Scientifica: Cosa Sappiamo Oggi
La comprensione delle "coliche infantili" è cambiata radicalmente negli ultimi decenni. Quello che emerge dalla ricerca attuale è un modello molto più complesso e sfumato:
La curva normale del pianto neonatale. Tutti i neonati seguono una curva di pianto che aumenta nelle prime 6 settimane e poi diminuisce. Questo è universale, indipendente dalla cultura, dal tipo di alimentazione, dalle pratiche di accudimento. È programmato biologicamente.
La "colica" come estremità della curva. I bambini definiti "con coliche" non sono qualitativamente diversi dagli altri bambini. Semplicemente, si trovano all'estremità più alta della curva normale. Piangono di più, per periodi più lunghi, ma il pattern è lo stesso.
Il ruolo dell'ambiente. Alcuni fattori possono spostare un bambino verso l'estremità più alta della curva: sovrastimolazione, stress familiare, mancanza di prevedibilità nelle routine, ansia dei genitori (che il bambino percepisce e assorbe).
Il modello bio-psico-sociale. Le coliche (quando presenti come fenomeno patologico) sono meglio comprese come interazione tra fattori biologici (immaturità intestinale, microbioma, sensibilità temperamentale), psicologici (capacità di autoregolazione, temperamento) e sociali (ambiente familiare, pratiche di accudimento, stress).
Collegamenti futuri. Alcuni studi hanno trovato associazioni tra coliche infantili e sviluppo successivo di: emicrania, disturbi allergici, aumentata sensibilità al dolore addominale, problemi comportamentali. Questo suggerisce che le coliche potrebbero essere espressioni precoci di una particolare sensibilità del sistema nervoso, ma non che le "causino".
In Conclusione: Normalizzare, Non Medicalizzare
Se c'è un messaggio che voglio lasciarvi, è questo: per la maggior parte dei neonati, quello che chiamiamo "coliche" non è una malattia da curare, ma una fase di sviluppo da attraversare.
Il vostro bambino che piange inconsolabilmente ogni sera alle 19:00 non è "rotto". Non sta male (nella maggior parte dei casi). Sta semplicemente gestendo, con gli strumenti limitati che ha, l'accumulo di stimoli e stanchezza di una giornata nel mondo esterno. Ha bisogno di scaricare quella tensione attraverso l'unico canale che conosce: il pianto.
Il vostro compito non è "far smettere" il pianto a tutti i costi. È:
• Offrire presenza e sicurezza mentre il bambino attraversa questo processo • Riconoscere i segnali che distinguono il pianto fisiologico da quello patologico • Proteggere voi stesse dall'esaurimento
• Avere fiducia che questa fase passerà
Intorno ai 3-4 mesi, vedrete un cambiamento. Le crisi serali si accorceranno. Il bambino inizierà a calmarsi più facilmente. Il suo sistema nervoso starà maturando, il ritmo circadiano si starà stabilizzando, le capacità di autoregolazione si staranno sviluppando.
E un giorno vi renderete conto che sono passati diversi giorni senza quella crisi serale. Il vostro bambino sta crescendo, sta "svegliandosi" al mondo in modo più organizzato. Quelle settimane difficili diventeranno un ricordo - e con la prospettiva del tempo, capirete che erano semplicemente parte del processo attraverso cui un sistema nervoso immaturo impara a navigare il mondo.
Se il Vostro Bambino Fatica a Dormire
Le difficoltà serali delle prime settimane possono talvolta trasformarsi in pattern di sonno problematici che persistono anche quando il periodo del Purple Crying è passato. Se notate che il vostro bambino, oltre le difficoltà serali iniziali:
• Continua ad avere difficoltà significative nell'addormentamento anche dopo i 4-5 mesi • Si sveglia molto frequentemente durante la notte
• Sembra non riuscire a sviluppare un ritmo sonno-veglia regolare
• Mostra segni di stanchezza cronica ma fatica comunque a dormire
potrebbe essere utile un supporto specifico sul sonno infantile. Non si tratta di problemi causati dalle "coliche", ma di difficoltà nella regolazione del sonno che possono beneficiare di strategie appropriate all'età e rispettose dei bisogni del bambino.
Una consulenza specializzata sul sonno infantile può aiutarvi a:
• Comprendere i ritmi di sonno normali per l'età del vostro bambino
• Identificare fattori ambientali o relazionali che interferiscono con il sonno • Sviluppare routine prevedibili e rassicuranti
• Supportare lo sviluppo di capacità di autoregolazione appropriate
• Trovare un equilibrio sostenibile per tutta la famiglia
Le difficoltà di sonno nei primi anni sono comuni e non significano che stiate facendo qualcosa di sbagliato. Ma non dovete affrontarle da sole se sentite di aver bisogno di supporto.
Prendersi cura del sonno del vostro bambino significa prendersi cura di tutta la famiglia. Chiedere aiuto non è un fallimento, è saggezza.
Fonti
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